Reset InSP su Opel Meriva

Era da qualche settimana che la mia compagna di viaggi, una Opel Meriva 1.3 del 2008 alimentata a Diesel, indicava attraverso il display del contachilometri la voce InSP.

Quando appare questa indicazione, vuole dire che è necessario fare il tagliando periodico alla macchina. Nel mio caso specifico il tagliando non è necessario, e quindi si è reso necessario resettare questa indicazione.

Come si fa dunque ? Lascio qui scritte due righe, come promemoria futuro per il sottoscritto e per tutti coloro che di qui passerano e potrebbero trovare utile questa informazione. Ecco cosa fare:

  1. entra in macchina ed assicurati che tutte le portiere siano chiuse;
  2. inserisci le chiavi nel blocchetto di accensione senza fare altro;
  3. ora premi il pulsante utilizzato normalmente per resettare il chilometraggio parziale per accendere il display;
  4. sempre mantenendo premuto il pulsante di reset girare le chiavi fino ad accendere il quadro della macchina.
  5. a questo punto l’indicazione InSP inizierà a lampeggiare. Mantenere premuto per alcuni secondi (10 circa), fino a reset completato.
  6. spegnere e riaccendere il quadro per assicurarsi che l’operazione sia andata a buon fine.

Au revoir.

Statisticamente parlando…

Oggi osservavo con grande curiosità le statistiche del blog – quanti visitatori mensili ? e quanti totali ? quali sono i termini di ricerca maggiormente utilizzati ? e quali sono i post con maggior riscontro ?

Un post la fa da padrone in maniera assoluta: la recensione sul libro di James Hilmann – il codice dell’anima che da solo ha ottenuto circa 4500 visite provenienti, in gran parte, da ricerca sui motori di ricerca. Questo best seller ha una fama invidiabile non c’è che dire.

Con mio grande stupore ho scoperto un altro post che ha avuto un ottimo seguito: quello sui vantaggi allo stop del fumo. Chissà, non mi dispiacerebbe per nulla sapere di essere riuscito a sensibilizzare qualcuno sulla questione. Chissà 😀

Nokia Asha 311

Chi mi conosce di persona sa bene che cambio il cellulare mediamente ogni 2 anni; un po’ perché per via del lavoro lo uso massicciamente un po’ perché è un’oggetto al quale non offro particolari cure o attenzioni. Insomma non mi preoccupo se vola in terra più volte durante il giorno.

Dopo 300 ore di telefonate ho mandato il mio Nokia 5320 NAVI in pensione e sono passato ad un più nuovo, Nokia Asha 311. L’oggetto è costato circa 110 Euro, che rispetto agli smartphone più blasonati è una cifra decisamente bassa.

Dal punto di vista costruttivo mi sembra essere decisamente meglio del suo predecessore. E’ piuttosto compatto e trovo abbia un design piacevole ed onesto. Insomma un prodotto che non sfigura per niente. Ottima anche la dotazione orientata alla connettività che si dimostra completa: Bluetooth, UMTS e HSPA e ricevitore Wi-Fi. Sul versante batteria l’autonomia è molto buona – per 2/3 giorni si può stare tranquilli – il che non è affatto male per uno smartphone.

Sono due invece gli aspetti che mi hanno lasciato un pochino perplesso. La mancanza di alcune applicazioni come l’arcinoto Shazam (di cui ho spesso abusato) e la tastiera per la scrittura dei messaggi che non mi sembra essere sempre precisa ed all’altezza.

La confezione include tra le altre cose un microSD da 2 GB che non ho per niente disdegnato e gli auricolari con cavo che collegati al telefono fungono anche da antenna e consentono di ascoltare la radio di cui l’asha dispone.

Conclusioni: completo sotto certi aspetti, migliorabile sotto altri – 7 e 1/2 per un prodotto che offre buona caratteristiche senza costare un occhio della testa.

Juta, un isolante naturale

In questi giorni di gran freddo ho scoperto che la fibra di Juta ha delle importanti proprietà termoisolanti. Interessante no ? Non mi vergogno di ammettere che fino ad oggi conoscevo questa fibra naturale solo per la produzione di resistenti sacchi o utilizzata nelle feste paesane come antico costume per i frati, il cosiddetto saio.

Fermiamoci un attimo e facciamo un passo indietro: tutto ha inizio nell’ufficio dove abitualmente svolgo la mia attività lavorativa. Un locale di circa 80 mq. a pianta libera; un loft ad uso ufficio. Se a questa particolare disposizione aggiungiamo che è sprovvisto di impianto di riscaldamento e quattro delle cinque pareti sono a contatto con l’esterno, vi sarà facile capire come d’inverno l’ambiente sia ideale per conservare i surgelati invece che le persone.

Il locale non è di mia proprietà e quindi ogni modifica radicale è fuori discussione: io e il mio socio siamo giunti così alla conclusione che ridurre l’area da riscaldare è la migliore delle soluzioni sotto ogni punto di vista. Armati di Google e tanta pazienza ci siamo messi alla ricerca di una soluzione appropriata per il nostro problema non cavandone un ragno dal buco, fin tanto che un’idea non ha attraversato i miei pochi neuroni attivi: un telo separatore che, tra le altre cose, ha l’indubbio vantaggio di essere poco impegnativo economicamente e molto rapido nel montaggio.

Ed ecco che, con una seconda ricerca mirata, abbiamo individuato un fornitore specializzati in teli termici che, in poco più di sette giorni ci ha recapitato in ufficio il famigerato prodotto in fibra di juta. Date le dimensioni ed il peso, il montaggio ha richiesto 3 persone, ma il risultato ne è valso davvero la pena. Dopo soli sessanta minuti dal montaggio l’ambiente era più caldo di 2 gradi e la percezione di freddo era notevolmente diminuita.

Insomma con un spesa contenuta si è forse risolta un annosa questione. Abbiamo inoltre avuto la conferma che talvolta le soluzioni più semplici sono anche quelle più efficienti.