BBA ovvero ‘Alghe a Pennello’

Non conosco acquarofilo che non abbia sperimentato nel corso delle sue vicissitudini acquatiche l’esperienza delle alghe. Non è da farne un dramma, esistono in natura e svolgono una funzione, di conseguenza è normale trovarle anche in acquario: quello che non è normale è il loro proliferare in maniera incontrollata.

Esistono molteplici specie di alghe, ma quelle di cui voglio argomentare in questo post sono probabilmente le più ostiche e quindi difficili da debellare: le alghe a pennello, un vero incubo estetico. Confonderle è difficile, si presentano come le setole di un pennello immerso in un bicchiere d’acqua con il loro inconfondibile colore scuro.

Sulle cause del loro proliferare le scuole di pensiero sono diverse: alcuni sostengono che acque con alti valori di nitrati e fosfati siano la miccia che innesca l’invasione della vasca, altri invece citano in causa un impianto di illuminazione troppo intenso; altri ancora che le cause siano da ricercarsi nella immaturità della vasca. Probabilmente sono vere tutte, tuttavia io personalmente sposo più che altro quest’ultima tesi. La mia prima esperienza infatti l’ho avuta nel corso dell’allestimento dell’ultima vasca quando ho introdotto alcune Anubias che presentavano alcune foglie rovinate dalle alghe: avendo preso tali piante da un’altra vasca in ottimo stato mai mi sarei immaginato in che incubo mi stavo per cacciare.

La nuova vasca, di 230L lordi, ha iniziato a presentare un primo focolaio già una settimana dopo la piantumazione nonostante i valori fossero sotto controllo e la popolazione di pesci fosse ridotta a pochissimi esemplari. L’elemento che rende difficile debellare questa tipologia di alga è il suo efficace sistema riproduttivo: ogni qualvolta che si cerca di staccare un ciuffo, si liberano delle microspore che trasportate dalla corrente vanno a depositarsi altrove dando vita a nuovi focolai. Inizialmente ho provato a contrastare la crescita con il metodo meccanico: rimozione dei legni, raschiamento e conseguente bollitura degli stessi ma senza risultati duraturi. In seguito ho cercato di controllare la crescita rimuovendole quotidianamente ma in diverse occasioni ho riscontrato addirittura un aumento delle stesse. Allora quando son cambiate le cose? Quando la vasca ha cominciato a maturare e a raggiungere un proprio equilibrio; intorno all’ottavo mese infatti ho assistito ad una stabilizzazione ed in quel momento ho preso il controllo della situazione: ho da subito introdotto molte piante a crescita rapida per migliorare la competizione alimentare quindi ho aumentato l’erogazione delle CO2 da 22 a 30 bolle al minuto. Infine ho allungato i tempi tra i cambi d’acqua (un cambio ogni tre settimane).

Così finalmente ho registrato una regressione che nel giro di 2-3 mesi ha portato alla loro completa scomparsa!

 

Stop al fumo:ecco i vantaggi!

Nel precedente post ho parlato di fumo e nicotina e così mi è tornato alla mente il periodo in cui ho avviato la disintossicazione dalle sigarette. Devo ammettere che nonostante fossi un fumatore incallito non ho subito le pene dell’inferno come normalmente ci si aspetta, solo un pò di “prurito”. Per farmi forza e tentare di superare il periodo con meno fatica, ricordo di aver letto spesso le fasi ed i vantaggi che sarebbero susseguiti subito dopo aver spento l’ultima sigaretta.

Li ripropongo in questa occasione; chi lo sa, magari a qualcuno vien voglia di smettere !

1. dopo 20 minuti – la pressione scende e torna a livelli normali;

2. dopo 8 ore – il monossido di carbonio nel sangue scende e torna a livelli normali, mentre aumenterà il livello di ossigeno;

3. dopo 24 ore – il monossido di carbonio viene eliminato.

4. dopo 48 ore – alito, dita e capelli non hanno più l’odore del fumo, mentre migliorano i sensi del gusto e dell’olfatto.

5. dopo 72 ore – la capacità polmonare migliora, ed hai eliminato la nicotina dal tuo corpo.

6. dopo 1 settimana – ti sentirai più energico, aumentrà la circolazione sanguinea. Pelle e capelli iniziano ad avere un colore più luminoso e naturale. I denti sono più puliti.

7. dopo 3 settimane – spariscono i sintomi fisici da astinenza ed in generale eseguire le attività quotidiane risulta meno faticoso. Si riduce il rischio di ictus del 30%. Lo strato di cellule che ricopre i bronchi ritorna a funzionare aiutando l’eliminazione del muco.

8. dopo 3 mesi – la capacità polmonare aumenta del 10%.

9. dopo 1 anno – si dimezza la possibililtà di avere un infarto, si riducono la tosse e sibili.

10. dopo 5 anni – il rischio di ictus è tornato a livello di un non fumatore. Si riducono significativamente anche le possibilità di contrarre tumori all’interno della bocca, nell’esofago ed in generale in tutte quelle zone interessate dal passaggio del fumo.

11. dopo 10 anni – il rischio di decesso per tumore al polmone è sceso del 50%.

12. dopo 15 anni – il rischio di contrarre malattie cardiovascolari e tumorali è sceso a livello di un non fumatore.

Ciao a tutti, al prossimo post !

Astinenza da nicotina, bye bye

Sulla rivista Neuropsychopharmacology è stato pubblicato uno studio su una innovativa molecola che promette di eliminare i sintomi d’astinenza da nicotina. Devo ammettere che sebbene io sia un ex-fumatore, la notizia mi ha incuriosito molto.

Questa molecola agisce sui recettori della dopamina, stimolando probabilmente la percezione di piacere. Insomma, ha tutta l’aria di essere un antidepressivo non è vero ? In fondo a pensarci bene tra i sintomi del “fumatore in crisi d’astinenza” c’è molto spesso un marcato calo del tono dell’umore.

L’idea sembra molto interessante, sebbene personalmente non approvo l’uso dei farmaci per sconfiggere questo tipo di dipendenza. Mi sia concessa però una breve riflessione: l’aspetto che più mi lascia perplesso è il fatto che i tipici sintomi dell’astinenza (nervosismo, irritabilità, temporanea sensazione di vuoto) sono il male minore. Come suggerisce Allen Carr nel suo libro cult, è la gabbia psicologica costruita intorno alla sigaretta il vero mostro da combattere, quel piccolo bastardo che infligge più dolore e fastidio dei sintomi di astinenza stessi.

Povera lingua italiana

I dati lo confermano – sempre più stranieri muovono il loro interesse verso la cultura e la lingua italiana. Soprattutto su quest’ultimo punto i numeri sono davvero notevoli: soltanto in America, nell’ultimo anno, il numero degli studenti iscritti al Dipartimento di Italianistica è balzato del 30%.

Insomma, l’idioma italico spesso ribattezzato “la lingua della cultura” suscita sempre
una particolare fascino. Ma come vanno le cose in Italia ? Male naturalmente. Un recente studio sostiene che la maggioranza della popolazione italiana si esprime con 200 vocaboli in tutto – piuttosto risicato per una lingua così ampia e ricca di sfumature.

Ma in tempi di globalizzazione e di crisi dobbiamo essere pronti a tirare la cinghia in tutti i settori e non si risparmia nemmeno sulla madre lingua. Ebbene, questa mattina al giornale radio ne abbiamo avuto la dimostrazione; teneva banco come al solito il tema finanziario ed economico e quindi ecco l’allargamento dello SPREAD. Fa tanto schifo chiamarlo differenziale ? Il servizio successivo affronta il tema della lunga strada che il governo a davanti a sè per approvare la SPENDING REVIEW ! Aridaje ! Fa tanto schifo dire REVISIONE DELLA SPESA ? Meno male che per quest’oggi non hanno infarcito ulteriormente le notizie con termini tipo DEFAULT o FIREWALL.

Al termine del giornale, nel successivo stacco pubblicitario, viene mandato in onda uno spot/campagna informativa promossa dal consiglio dei ministri, in difesa delle donne. Di che compagna si tratta ? Sullo STALKING.

Ussingur, povera lingua italiana.

…qualcuno ha detto, 09-2012

Per l’invidioso non vi è nulla di più gioioso che l’altrui infelicità e nulla di più molesto che l’altrui felicità.

Baruch Spinoza