Ho sofferto per molti anni – e forse in parte ne soffro tutt’oggi – di emetofobia. Se non l’avete mai sentita nominare, non vi preoccupate, non credo siano molti coloro che conosco questo termine o che l’abbiano mai sentito nominare. Emetofobia è letteralmente la paura di vomitare. Vomitare inteso nel vero senso della parola: rigurgitare, rimettere, espellere il contenuto dello stomaco attraverso la bocca. Una paura irrazionale che, come tutte le fobie, è caratterizzata da una stato d’ansia più o meno persistente nei confronti della situazione o dell’oggetto di cui si ha paura. E il termine irrazionale non ha senso solo per coloro che non provano paura per questa o quella situazione. Anche il soggetto che vive questa fobia comprende che è irrazionale ma paradossalmente non riesce a trarre beneficio da questa consapevolezza.
Ho iniziato a soffrire di detta fobia a partire dalla prima infanzia – direi intorno ai 5/6 anni – e l’ho portata avanti fino ai giorni nostri senza mai rivolgermi ad uno psicologo, dal quale avrei potuto trarre del giovamento. Oggi come oggi la componente fobica è scomparsa del tutto. E’ rimasta una piccola componente di fastidio che mi turba laddove sto veramente male.
Ho pensato che potesse essere utile condividere questa mia esperienza qui, sulle pagine del blog, e senza tuttavia avere la pretesa di aiutare nessuno a liberarsi del proprio demone. E’ un percorso personale che va affrontato in prima persona. La mia esperienza è solamente un’altra situazione un’altro punto di osservazione.
Questo è un primo post ed altri seguiranno più avanti.
Buon week-end a tutti e alla prossima.