Il clamore delle non-notizie…

Ieri, sui più importanti e quotati giornali nazionali, è stato dato molto risalto alla crescita del PIL che per il 2015 si è fermata allo 0.7%. Alcuni quotidiani hanno dedicato a cotale notiziona anche 2 intere pagine fornendo al lettore anche tutta una serie di altri dati ed indicatori economici, probabilmente sconosciuti ed insignificanti alla maggioranza della gente.

Mi vien da dirlo: mammamia che NON-notizia. Basta cercare sul web per scoprire infatti che già a settembre del 2015 con i dati del PIL del terzo trimestre, l’Istat parlò di una previsione per l’interno 2015 al ribasso dal 0.9% previsto del governo allo 0.7%. E giù polemiche a non finire per un misero 0.2%.

Ed ora cosa è accaduto ? L’Istat in questi giorni ha certificato che la sua previsione era corretta ed i giornali ci hanno iniettato un certo quantitativo di sensazionalismo tipico di un modo di dare le notizie che a me personalmente fa spesso venire l’orticaria, ma che come appunto ho appena finito di dire non aveva nulla ne di sensazionale e tanto meno di novità.

[Immigrazione] – ipocrisia di fondo

Mentre ascoltavo un dibattito sull’immigrazione – che si sa, di questi tempi è molto in voga – ho notato che si faceva spesso distinzione tra migranti che scappano dalla guerra e migranti economici al fine di sostenere che i primi hanno diritto ad essere ospitati mentre i secondi vanno rimpatriati. Come suggerisce la parola, all’interno di questa categoria di migranti ci sono coloro che partono dal loro paese natale in cerca di una migliore condizione economica.

Se non ci discerne attentamente il significato che si cela dietro ad economico, come molti interlocutori fanno, si finisce per pensare che questa enorme massa umanoide scappa alla ricerca di una vita semplicemente più agiata con tutti i comfort che l’occidente sa offrire.

Proviamo a porre la questione da un altro punto di vista. Anzi proviamo ad allargare quello che abbiamo a disposizione. Se per economico si includessero anche coloro che, a causa delle ristrettezze economiche, non hanno di cui mangiare ? Allora forse la distanza tra chi scappa per la guerra e chi scappa per la fame si ridurrebbe fino forse ad annullarsi. Naturalmente se siamo disposti ad ammettere che entrambi scappano dalla morte.

Sono d’accordo anch’io sul fatto che non si possono accogliere tutti, e che è necessario creare delle condizioni nuove nei paesi da cui fuggono. Ci vuole tempo. Su questo non ci sono dubbi. Ma questo infondo non il motivo per cui ho scritto questo post, che invece voleva riflettere sul fatto che una migliore accoglienza ed una più consapevole tolleranza si creano solamente quando si eliminano queste forme di ipocrisia.

…qualcuno ha detto, 2-2016

Mentre restaurava i mobili e li disponeva nella stanza, era se stesso che lentamente ridisegnava, era se stesso che rimetteva in ordine, era a se stesso che dava una possibilità.

John Edward Williams