La forza del carattere, è questo il titolo del libro che ho finito di leggere recentemente. E’, assieme a Il codice dell’anima, al quale dedicherò un post più avanti, uno dei due saggi più famosi dello scomparso James Hillman, psicologo e psicoanalista di fama mondiale.
Scritto con stile leggero, talvolta arcaico, rovescia attraverso i miti e la psicologia gli stereotipi che la società odierna ha appiccicato ai termini vecchiaia ed invecchiamento – come la stessa sintesi del libro dice invecchiare, non un mero processo fisiologico, ma una vera forma d’arte in cui il carattere gioca un ruolo di primo piano. A mio avviso è un libro quanto mai attuale.
Insomma, ogni fase della vita dispone di qualità ben precise che svolgono la loro funzione in quella precisa fase e non in altre. E questo vale anche per la vecchiaia. Da giovani ad esempio abbiamo un’ottima memoria a breve termine ed una pessima a lungo termine. Ma mano a mano che si invecchia la situazione si rovescia. Quindi si perde qualcosa e se ne guadagna un’altra.
Per rinforzare il valore della vecchiaia, Hillman tratta anche l’invecchiamento dei nostri oggetti portatori molto spesso di immagini e ricordi. E devo dire che in questo senso sono sempre stato della stessa idea. Basti bensare ad esempio all’acquario, oggetto a me tanto caro, che offre le migliori condizioni di vita man mano che matura cioè che invecchia. Riflettendo attentamente ho pensato che anche le macchine, cioè le autovetture che usiamo tutti i giorni, passano attraverso questo paradigma: man mano che invecchiano ne conosciamo limiti, pregi, difetti. Quindi su strada sanno darci il meglio. Ah naturalmente, è d’obbligo ricordare anche che consumano di meno.
Insomma l’autore esordisce domandanosi al di là di tutto a cosa serve invecchiare, e nel corso del libro, che consiglio di leggere, ne da una ampia spiegazione.
Concludo il post con un bel pensiero tratto dal libro:
L’etica non è qualcosa che si inietta nel carattere per vaccinarlo contro il peccato e aumentare la sua immunita alle tentazioni. Una moralità così concepita non è altro che un pacchetto di beni comperato dalla volontà e praticato come una abitudine. Neppure l’abitudine alle abitudini ci può salvare dai tratti sgradevoli del carattere. La rimozione dell’indesiderabile funziona solo fino a un certo punto e per un tempo determinato; dopodiche il rimosso ritorna, più forte di prima.
Ciao a tutti e al prossimo post !