Qualche mese fa in un tranquillo pomeriggio di routine lavorativa, il mio socio mi racconta
di essere stato al centro di una raffica di coincidenze perfettamente incastrate tra di loro. E così abbiamo dato il via ad una chiacchierata molto interessante.
Semplice casualità o segno del destino ? Questa domanda è l’emblema della coincidenza. La risposta tende quasi sempre a liquidare la questione con un “si è trattato semplicemente di un caso”. Insomma si preferisce quasi sempre un approccio scentifico/matematico, probabilmente come reazione al fatto che l’alternativa spaventa; o magari perchè si teme di cascare nel ridicolo.
Eppure a metà del secolo scorso, Carl Gustav Jung, nella sua teoria della sincronicità parlò di “coincidenze significative” – cioè del nesso che corre quando ad uno stato mentale/psichico segue un avvenimento. Insomma secondo Jung, portando maggiore attenzione a quanto accade potremmo scoprire come molto spesso i nostri stati mentali (desideri, sogni, fantasie) trovano una corrispondenza nella realtà.
Maggiore attenzione però significa anche evitare di farsi prendere dalla suggestione e vedere coincidenze la dove non ce ne sono. Faccio un esempio. Circa due anni fa adottai un cane e nelle settimane successive all’adozione notai una strana coincidenza: vedevo un sempre maggior numero di cani in circolazione. Ma a pensarci bene, questa è davvero tutto meno che una coincidenza – è il risultato di stare più spesso in luoghi frequentati da cani.
Personalmente non ho la presunzione di dire che una tesi è più vera dell’altra: qui l’unica cosa certa è che non c’è nulla di certo. Insomma se quando accadono ho una ragionevole spiegazione da dare allora l’avvenimento ha una spiegazione causa-effetto e tutto finisce li altrimenti potrebbe (è qui il condizionale è d’obbligo) trattarsi anche di un segno del destino.
Concludo raccondanto le ultime due coincidenze che mi sono capitate.
1° – tre settimane fa entro per lavoro in una filiale di una nota banca e qui incontro una cassiera che fino a qualche mese fa lavorava in un’altra filiale. Mentre si chiacchiera del più e del meno, lei mi chiede se sono interventuto di recente nella sua ex-filiale. Io le
rispondo di no – ed aggiungo che l’ultima volta è stata circa 6 mesi prima, quando c’era ancora lei a lavorare. 15 minuti dopo la sua ex-filiale chiama per una richiesta di intervento.
2° – cinque giorni fa mentre sto acquistando del materiale per lavoro, il mio socio mi suggerisce di acquistare un alimentatore perchè in magazzino ne abbiamo solo uno. Io gli rispondo che non ne vale la pena, sostenendo che tanto se ne cambiamo pochissimi. 90 minuti dopo un cliente ci chiama: “non si accende più la mia postazione – mi sa che si è bruciato l’alimentatore”.
Buone ferie a tutti !