I post precedenti sono i seguenti:
» Emetofobia [prima puntata]
» Emetofobia, la resistenza [seconda puntata]
» Emetofobia, l’evitamento [terza puntata]
» Emetofobia, parentesi farmacologica [quarta puntata]
» Emetofobia, il senso di frustrazione [quinta puntata]
La meditazione di consapevolezza è diventata per me uno stile di vita che seguo con alti e bassi da molti anni. Non avevo proprio idea di quale cose avrei potuto imparare da essa quando iniziai a praticare ma di certo non mi aspettavo che sarebbe diventato lo strumento fondamentale per affrontare questa paura.
Durante i primi periodi di meditazione mi ero spesso posto la domanda del perché di questa fobia senza cercare di dare una risposta. Lasciavo che questa domanda agisse come un seme ed una sera durante una seduta in maniera improvvisa e non controllata è emersa una domanda, LA domanda: di cosa hai paura ? Provai una sensazione strana perché non mi sembrava frutto di un mio pensiero cosciente e non riuscivo a dare alcuna risposta. Rimasi perplesso.
Alcuni giorni dopo passai il pomeriggio con lo stomaco alle prese con un pasto di difficile digestione – facile immaginare come l’avvicinarsi della sera non facesse altro che aumentare l’asticella dell’ansia. Non cenai e mi misi a guardare la TV nel tentativo di mitigare gli effetti dell’ansia. Alcune ore dopo la situazione però non era migliorata (anzi) e pensai di usare quello che stava provando come oggetto di meditazione cercando per quanto possibile di rimanere con la paura. Avvenne l’inaspettato – dopo qualche minuto mi accorsi che era rimasta la paura ma non era più presente il motivo. Quasi non capivo il perché del mio turbamento – dovetti fare uno sforzo cosciente per ricordarlo. La domanda di qualche giorno prima assunse a quel punto un certo senso – di cosa hai paura ?
Provai quindi a fare una cosa che non avrei mai fatto prima – spegnere la TV. Rimasi nel buio consapevole del turbamento senza cercare di placarlo – il pensiero del vomito sparì completamente nel giro di qualche minuti e li mi feci la domanda più importante: ho paura di vomitare oppure ho paura di avere paura ? Dopo questa domanda l’ansia iniziò a calare.
Fu un percorso lungo per arrivare fino ad oggi dove la fobia è (quasi) completamente sparita. Un percorso in cui compresi molte cose. Nel prossimo post – probabilmente l’ultimo dedicato all’emetofobia – racconterò proprio di questo.
2 risposte a “Emetofobia, una domanda inattesa [sesta puntata]”