Riprendere i sensi

Oggi torno ad occuparmi di Mindfulness, argomento sulla quale ho già scritto alcuni post. Traggo spunto dall’ultimo dei tre libri di Jon Kabat-Zinn editi da Tea: Riprendere i sensi – Guarire se stessi e il mondo attraverso la consapevolezza.

Non so voi, ma trovo il titolo davvero ben azzeccato. In queste semplici parole si nascondo 2 messaggi importanti: il primo fa riferimento al riportare un’attenzione sistematica alle sensazioni del proprio corpo, prendendosi cura delle sue necessità. Il secondo invece molto più ampio è un invito a risvegliarsi per tornare ad essere vigili e presenti. Un bel auspicio no ?

Quest’opera introduce a mio avviso un certo elemento di discontinuità con gli altri due libri. Sia in Dovunque ti vada ci sei già, sia in Vivere momento per momento la meditazione, intesa come strada verso la consapevolezza, è la protagonista a cui si rifanno le argomentazioni di carattere scientifico o le tecniche per praticare. Riprendere i sensi, decisamente più voluminoso dei sui predecessori, si dimostra invece un lettura molto meno tecnica più basata su storie di vita vissuta – anche dall’autore stesso – nonchè sullo stretto legame tra benessere mente-corpo. Naturalmente questo non vuol dire che non manchino anche ampi spazi di carattere più scientifico, come ad esempio le vicissitudini del attore Christopher Reeve, morto nel 2004 dopo aver vissuto gli ultimi dieci anni della sua vita paralizzato dal collo in giù.

Leggendo questa trilogia Mindfulness-based si potrebbe aver la sensazione di leggere in fondo sempre le stesse storie; come recita un vecchio detto – la solita minestra riscaldata. Forse è vero, ma con tutta franchezza la mia impressione, sostenuta anche dalla personale esperienza meditativa, è che l’argomento si presta ad essere visto su una moltitudine di sfaccettature e prospettive differenti. Sono d’accordo con l’autore quando sostiene che argomenti che possono apparire ripetitivi, banali e scontati se lasciati decantare con il tempo possono non esserlo più. Non sono gli argomenti che cambiano ma la propria prospettiva.

Come di consueto vi lascio con qualche riga tratta dal libro.

Hai mai fatto l’esperienza di fermarti del tutto, di essere così totalmente nel tuo corpo, di essere così totalmente nella tua vita che quel che già sapevi e quello che non sai, e quel ch’è stato e quel che ancora dev’essere, e le cose come stanno proprio ora non ti danno neanche un filo d’ansia o disaccordo? Sarebbe un momento di presenza totale, al di là della lotta, al di là della mera accettazione, al di là della voglia di scappare o sistemare le cose o tuffarcisi dentro a testa bassa: un momento di puro essere, fuori dal tempo, un momento di pura vista, pura percezione, un momento nel quale la vita si limita a essere, e quell’”essere” ti prende, ti afferra con tutti i sensi, tutti i ricordi, fin dentro i geni, in ciò che più ami, e ti dice: benvenuto a casa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.