…qualcuno ha detto, 09-2012

Per l’invidioso non vi è nulla di più gioioso che l’altrui infelicità e nulla di più molesto che l’altrui felicità.

Baruch Spinoza

Facebook – una caduta annunciata

Tra le solite noiose notizie economiche per lo più incentrate a parlare di spread e crisi, oggi ne ho trovata una più interessante: Facebook ha registrato l’ennesima debacle in borsa. Brutte notizie quindi per chi ha investito soldoni – le azioni del gruppo sono sprofondate ad un valore di 18 dollari. Una catastrofe se si considera che l’IPO di Maggio fissava il prezzo a 38 dollari per azione portando quindi la capitalizzazione a 104 miliardi di dollari.

Ecco, la storia di facebook è l’emblema della finanza impazzita e delle bolle speculative. Di quella forma di fare soldi che molto spesso lascia voragini enormi. 104 miliardi ?
Una montagna di soldi per una piattaforma virtuale che ha fatturato nel 2011 una cifra intorno ai 3,8 miliardi e che fatica a rastrellare introiti pubblicitari a causa del sempre maggior numero di utenti che utilizzano la piattaforma con gli smartphone.

Non sono un trader professionista ne tanto meno un esperto in economia, ma a me pare tanto che ci sia stata una sopravalutatazione che non rispecchia la realtà. Anche i rumors a pochi giorni dal lancio parlavano di una quotazione davvero esagerata. Ed infatti i risultati non hanno tardato ad arrivare: in 3 mesi la capitalizzazione è passata dai 104 miliardi iniziali ad un valore poco sopra i 50 scatenando le ire di coloro che in buona o cattiva fede hanno investito del denaro in quel titolo.

Eccolo li l’ennesimo massacro condotto per mano della finanza.

Pineda de Mar e dintorni

Quest’anno per le vacanze estive (e con l’occasione di incontrare alcuni amici) abbiamo varcato i confini di Italia e Francia e siamo arrivati in Catalogna, Spagna – più precisamente a Pineda De Mar, piacevole località turistica situata nel bel mezzo della costa del Maresme. Pineda si trova letteralmente schiacciata tra due comuni, Calella e Santa Susanna e la loro disposizione è tale che arrivando in zona non si riesce a distinguere dove finisce un comune e dove inzia l’altro.

Il paese è molto carino e tranquillo, particolarmente indicato per chi va in cerca di relax e riposo – a differenza ad esempio di Lloret de Mar, famosa per le sue discoteche e pub. Ha una bella spiaggia larga con sabbia media costeggiata a sua volta da una lunga area pedonale per fare quattro passi. Insomma la mia impressione è che nonostante la forte presenza turistica il paese non presenti eccessi tipici di alcune località balneari ma bensì abbiano deciso volutamente di mantenere un livello “paesano/casereccio”. Questo modo di fare turismo è apprezzabile soprattutto in una terra come questa dove certamente c’è una forte competizione per accapararsi turisti.

La vacanza è durata complessivamente 7 giorni nei quali abbiamo vistato diverse località del Maresme e della Costa Brava – Malgrat, Matarò, Tossa, Lloret, Blanes – tutte molto piacevoli e caratteristiche. Naturalmente, per chi se lo fosse chiesto, anche la famosa Barcellona è stata meta di una visita peccato che la giornata fosse veramente troppo calda e così il giro in città è risultato a tratti infernale e faticoso.

In generale tutta l’area risulta ben tenuta ed attrezzata; mi sento quindi di consigliarla a chiunque abbia intenzione di fare le vacanze al mare.

Un doveroso ringraziamento va ai nostri amici catalani sempre molto disponibili ed ospitali; per 7 giorni ci hanno deliziato della loro compagnia e guidato all’interno della loro terra.

Al prossimo post !

Che coincidenza !!!

Qualche mese fa in un tranquillo pomeriggio di routine lavorativa, il mio socio mi racconta
di essere stato al centro di una raffica di coincidenze perfettamente incastrate tra di loro. E così abbiamo dato il via ad una chiacchierata molto interessante.

Semplice casualità o segno del destino ? Questa domanda è l’emblema della coincidenza. La risposta tende quasi sempre a liquidare la questione con un “si è trattato semplicemente di un caso”. Insomma si preferisce quasi sempre un approccio scentifico/matematico, probabilmente come reazione al fatto che l’alternativa spaventa; o magari perchè si teme di cascare nel ridicolo.

Eppure a metà del secolo scorso, Carl Gustav Jung, nella sua teoria della sincronicità parlò di “coincidenze significative” – cioè del nesso che corre quando ad uno stato mentale/psichico segue un avvenimento. Insomma secondo Jung, portando maggiore attenzione a quanto accade potremmo scoprire come molto spesso i nostri stati mentali (desideri, sogni, fantasie) trovano una corrispondenza nella realtà.

Maggiore attenzione però significa anche evitare di farsi prendere dalla suggestione e vedere coincidenze la dove non ce ne sono. Faccio un esempio. Circa due anni fa adottai un cane e nelle settimane successive all’adozione notai una strana coincidenza: vedevo un sempre maggior numero di cani in circolazione. Ma a pensarci bene, questa è davvero tutto meno che una coincidenza – è il risultato di stare più spesso in luoghi frequentati da cani.

Personalmente non ho la presunzione di dire che una tesi è più vera dell’altra: qui l’unica cosa certa è che non c’è nulla di certo. Insomma se quando accadono ho una ragionevole spiegazione da dare allora l’avvenimento ha una spiegazione causa-effetto e tutto finisce li altrimenti potrebbe (è qui il condizionale è d’obbligo) trattarsi anche di un segno del destino.

Concludo raccondanto le ultime due coincidenze che mi sono capitate.

1° – tre settimane fa entro per lavoro in una filiale di una nota banca e qui incontro una cassiera che fino a qualche mese fa lavorava in un’altra filiale. Mentre si chiacchiera del più e del meno, lei mi chiede se sono interventuto di recente nella sua ex-filiale. Io le
rispondo di no – ed aggiungo che l’ultima volta è stata circa 6 mesi prima, quando c’era ancora lei a lavorare. 15 minuti dopo la sua ex-filiale chiama per una richiesta di intervento.

2° – cinque giorni fa mentre sto acquistando del materiale per lavoro, il mio socio mi suggerisce di acquistare un alimentatore perchè in magazzino ne abbiamo solo uno. Io gli rispondo che non ne vale la pena, sostenendo che tanto se ne cambiamo pochissimi. 90 minuti dopo un cliente ci chiama: “non si accende più la mia postazione – mi sa che si è bruciato l’alimentatore”.

Buone ferie a tutti !