Povera lingua italiana

I dati lo confermano – sempre più stranieri muovono il loro interesse verso la cultura e la lingua italiana. Soprattutto su quest’ultimo punto i numeri sono davvero notevoli: soltanto in America, nell’ultimo anno, il numero degli studenti iscritti al Dipartimento di Italianistica è balzato del 30%.

Insomma, l’idioma italico spesso ribattezzato “la lingua della cultura” suscita sempre
una particolare fascino. Ma come vanno le cose in Italia ? Male naturalmente. Un recente studio sostiene che la maggioranza della popolazione italiana si esprime con 200 vocaboli in tutto – piuttosto risicato per una lingua così ampia e ricca di sfumature.

Ma in tempi di globalizzazione e di crisi dobbiamo essere pronti a tirare la cinghia in tutti i settori e non si risparmia nemmeno sulla madre lingua. Ebbene, questa mattina al giornale radio ne abbiamo avuto la dimostrazione; teneva banco come al solito il tema finanziario ed economico e quindi ecco l’allargamento dello SPREAD. Fa tanto schifo chiamarlo differenziale ? Il servizio successivo affronta il tema della lunga strada che il governo a davanti a sè per approvare la SPENDING REVIEW ! Aridaje ! Fa tanto schifo dire REVISIONE DELLA SPESA ? Meno male che per quest’oggi non hanno infarcito ulteriormente le notizie con termini tipo DEFAULT o FIREWALL.

Al termine del giornale, nel successivo stacco pubblicitario, viene mandato in onda uno spot/campagna informativa promossa dal consiglio dei ministri, in difesa delle donne. Di che compagna si tratta ? Sullo STALKING.

Ussingur, povera lingua italiana.

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